Il ponte è quell’opera di ingegneria edile che ha permesso all’uomo di oltrepassare gli ostacoli naturali, come corsi d’acqua e vallate, diminuendo i tempi di percorrenza e ottimizzando il trasporto di carichi pesanti. I primi ponti pensati per questo scopo risalgono all’epoca ellenistica, perfezionati poi dai Romani che svilupparono le prime tecnologie moderne come il cemento.
Oggi queste opere superano ogni confine e limite naturale e apportano un grande contributo nei termini di sperimentazione ingegneristica e tecnologica nelle costruzioni.
Oggi quì al Cinquantotto vi faremo attraversare alcune delle costruzioni più estreme di questo e dello scorso secolo, attraversando il confine tra struttura e design.
Beipanjiang Bridge
Via i.ytimg.com
Il ponte inaugurato il 29 dicembre 2016 consolida la crescita infrastrutturale della Cina, capace di realizzare la struttura strallata più alta al mondo. Con una altezza di 565 metri e una lunghezza di 1340 metri, la nuova costruzione ridefinisce lo skyline del paesaggio circostante con l’utilizzo del colore rosso, utilizzato per l’impalcato.
Il nuovo Ponte oltre a rappresentare un traguardo importante per l’ingegneria edile, rappresenta per la popolazione un risparmio notevole di tempo poiché diminuisce i tempi di percorrenza tra Xuanwei e Shuicheng, da quattro ore a circa un’ora, regalando scorci da mozzare il fiato a chiunque abbia la fortuna di percorrerlo.
Millau Bridge
Via GdeFon.ru
Passando da oriente a occidente nella Francia meridionale e percorrendo la E75, in corrispondenza di Millau trovate l’omonimo viadotto. Progettato dall’architetto Ser Norman Foster e dall’ingegnere Michel Virlogeux, si compone di sette piloni principali, distribuiti sulla distanza di un chilometro e mezzo, fu inaugurato nel 2004 collocandosi, con la sua altezza massima di centoquarantacinque metri (diciannove in più della Tour Eiffel) di diritto tra i ponti più alti al mondo. Una sfida ingegneristica durata tredici anni e che ha saputo unire principi statici, tecnologici e formali. Per la realizzazione sono state infatti utilizzate nuove tecnologie costruttive come casseforme autorampanti e cemento ad alta resistenza, al fine di poter sopportare le condizioni avverse al quale viene sottoposto ogni giorno.
Rion Antirion Bridge
Via c1.staticflickr.com
Inaugurato in occasione dei giochi olimpici del 2004 questo ponte, frutto di innovazioni tecnologiche, insiste sul paesaggio greco collegando il continente al Peloponneso e prende il nome dalle omonime città, Rion e Anteirion. Questo ponte strallato è stato progettato per resistere alle forti raffiche di vento fino a 250 km/h, ai terremoti di magnitudo 7 su scala Richter e a possibili collisioni con petroliere.
Magnificenza e solidità progettate dall’Architetto Berdj Mikaëlianet, risolte con un innovativo sistema di controllo delle oscillazioni della carreggiata sospesa, sorretta da piloni aventi novanta metri di diametro e a loro connessa tramite speciali ammortizzatori. Il Rion Antirion Bridge anche chiamato Ponte di Poseidone, ridefinisce i sistemi di sicurezza e di percorrenza dei ponti marini.
Basento Bridge
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Infine mi sembra opportuno concludere citando a mio parere, uno dei ponti più belli mai costruiti che, non a caso, si trova in Italia: il viadotto sul Basento o ponte Musmeci, dal nome del progettista. Esso costituisce la connessione stradale tra l’uscita “Potenza Centro” sul raccordo autostradale Sicignano-Potenza e le principali vie di accesso nella zona sud della città.
Inaugurato nel 1976 in pieno boom economico, la struttura ricorda le architetture del brutalismo architettonico, utilizzando il cemento armato per la realizzazione di forme plastiche.
Contrariamente ai ponti strallati, creati per superare grandi distanze, questo ponte è stato realizzato per coprire una percorso di cinquecentosessanta metri utilizzando come sistema portante una struttura in appoggio. L’innovazione ingegneristica, e che caratterizza la forma, è l’idea brillante di utilizzare il diagramma dei momenti flettenti (uno schema sturtturale che evidenzia l’andamento parabolico degli sforzi in gioco) per disegnare i punti d’appoggio.
Questa particolare forma conferisce all’insieme più dinamicità e caratterizza lo spazio dell’attacco a terra conferendogli permeabilità e divenendo da mero spazio di risulta luogo di aggregazione e svago.