Progettare per sé

Da architetto ed interior designer io tengo moltissimo alla mia casa. La vorrei sempre da copertina e mi diverto a predisporre tutti gli arredi ed i complementi in modo armonioso, progettando tutto, dai muri al colore del portacandela dell’ingresso.
E penso che questo sia il miglior biglietto da visita che un architetto possa avere.

Per questo motivo oggi, qui al Cinquantotto, per evadere dalla quarantena a cui tutti siamo costretti, andiamo a fare un tour virtuale nelle case di tre architetti iconici, per vedere come sono state sistemate e respirare un po’ dell’atmosfera che avevano quando da loro erano vissute.

Chicago

Per la prima tappa voliamo a Chicago; la città di per sè è una collezione a cielo aperto di capolavori che hanno scritto la storia dell’architettura (avete sentito parlare della scuola di Chicago? In caso contrario ne possiamo riparlare), e infatti molti dei più grandi architetti ci hanno lasciato la firma, tra cui il grande Frank Lloyd Wright che durante i primi vent’anni della sua carriera, scelse di vivere e lavorare proprio qui e precisamente ad Oak Park, distante poco meno di un’ora di treno dal centro della città (un sobborgo delizioso, con giardini curati e bandiere americane, come nella migliore tradizione del telefilm americano!).
La casa che Wright, nonostante sia stata costruita alla fine dell’ottocento, è ancora molto attuale; non per nulla l’uso degli spazi riflette una mente all’avanguardia che, ormai più di un secolo fa, creava le prime abitazioni moderne con i tratti distintivi della Prairie school.

Parigi

Subito dopo torniamo nella vecchia Europa, e in particolare nel 16esimo Arrondisement di Parigi, nella casa nota come Immueble Molitor, la celebre casa di Le Corbusier. Al suo interno si trova lo studio, un giardino sul tetto  (uno dei suoi cinque punti per una nuova architettura), ed una camera da letto dalla cui finestra era possibile vedere il Bois de Boulogne. Questa casa è così bella che nel 2016 è stata dichiarata Bene Unesco.

Lincoln

Si torna negli Stati Uniti, dove Walter Gropius, fondatore del Bauhaus si trasferì nel 1937 e dove progettò e costruì una casa (La Gropius House)  che nessun americano aveva mai visto né immaginato prima, in cui, a detta dell’architetto tedesco, assorbì tutte le caratteristiche della tradizione architettonica del New England, mixando i materiali tradizionali con il cromo e il vetro, allora materiali dedicati all’ambiente prettamente industriale.

In copertina Gropius House via historicnewengland.org