Siamo ormai prossimi a novembre e ci si preprara a commemorare il giorno dei morti. Qui al Cinquantotto pertanto presentiamo alcune architetture cimiteriali molto suggestive ed emozionali. Da monumenti storici, a luoghi aperti alla vita, integrati con la città e comunità, a parchi nei quali la vita ultraterrena continua attraverso le persone che li frequentano e la natura circostante. Molto dipende da una cultura progettuale e da una sensibilità che vedono gli spazi cimiteriali non come cupi e tetri ghetti della morte, ma piuttosto come luoghi silenziosi per la riflessione e il ricordo, in cui l’architettura si lascia timidamente attraversare dalla filosofia, dalla trascendenza e dalla poesia.
Cimitero Monumentale di Milano
Via comune.milano.it
Inaugurato nel 1866, opera dell’architetto Carlo Maciachini il Cimitero Monumentale di Milano riflette il gusto eclettico dell’epoca, mescolando diversi linguaggi e stili ed associando a forme tipicamente gotiche elementi in stile romanico lombardo e pisano con inserti d’estrazione bizantina. Un vero e proprio Museo a Cielo Aperto dove sono rappresentati i maggiori artisti italiani e vi sono sepolti molti personaggi illustri che hanno legato il loro nome alla storia politica e civile della città di Milano. Da visitare.
Cimitero di San Lorenzo – Soglio (Bregaglia, CH)
Via espazium.ch
Il progetto di restauro del cimitero San Lorenzo presso la località di Soglio è opera dell’architetto Armando Ruinelli e prevede la sistemazione delle fosse, la pavimentazione dei percorsi e la predisposizione per la tumulazione delle ceneri nel terreno. Si tratta di un intervento molto mistico ed emozionale, poiché i nomi dei defunti, incisi su targhe in marmo disposte all’interno di lunghe vasche d’acqua, per effetto riflesso si rispecchiano nel cielo.
Cimitero di Dalmine, Bergamo
Via ilsole24ore.com
Lo studio CN10 Architetti ha ottenuto l’affidamento del progetto e della direzione lavori per la realizzazione di ossari e urne cinerarie all’interno del Cimitero di Dalmine. Gli architetti, autori di numerosi interventi sull’esistente, hanno concepito un nuovo padiglione con oltre cinquecento loculi che si inserisce armonicamente nel cimitero comunale risalente agli anni Sessanta del secolo scorso. Il padiglione presenta una forma semplice ed utilizza materiali di grande espressività, quali il cemento bianco e il marmo di Zandobbio, restituendo un’atmosfera metafisica.
Cimitero di San Cataldo, Modena
Via divisare.com
Opera iconica di Aldo Rossi è il progetto vincitore del concorso nazionale del 1971 che aveva come tema l’ampliamento del vecchio cimitero neoclassico. La costruzione cubica con le sue finestre regolari ha la struttura di una casa senza piani e senza copertura, con finestre senza serramenti ma che sembrano tagli nel muro. In stile razionalista, con linee essenziali e pulite, in calcestruzzo colorato di rosso, questo cubo è la casa dei morti. Il progetto originale prevedeva anche la costruzione di un cono tronco in cemento, alto venticinque metri, dedicato alla celebrazione delle cerimonie funebri, tuttavia ancora non realizzato.
Sayama Lakeside Cemetery Park (Giappone)
Via divisare.com
Il Sayama Lakeside Cemetery Park è situato nei verdeggianti dintorni delle colline di Sayama ad est del Giappone. Lo studio Hiroshi Nakamura & Nap propone un intervento d’integrazione totale del cimitero con la foresta circostante, dove natura e architettura si fondono in un tutt’uno. La cappella reinterpreta le tradizionali case giapponesi in stile gassho-zukuri, con caratteristico tetto di paglia dalla forte inclinazione, in una forma simile ad una montagna che ricorda due mani giunte in preghiera. In questo caso il tetto in paglia è stato soppiantato da piastrelle in alluminio tagliate casualmente e il pavimento è finito con la pietra naturale Inai-ishi. Il risultato finale è sorprendente e questa coesione totale con la natura rende il luogo ancora più mistico e contemplativo.
Cimitero in Sant Vicenc de Castellet (Spagna)
Foto di Filippo Poli
Gli studi Plasencia Arquitectura e Barcelò e Balanzò arquitectos propongono al contrario un cimitero ermetico, chiuso alla città ed isolato dal mondo esterno. La costruzione è definita da un sistema prefabbricato di setti portanti in cemento armato e lastre cave, grandi vetrate e partizioni luminose. All’interno si aprono corti che forniscono luce e ventilazione naturale. La forma, i materiali, la scritta al neon luminosa applicata alla facciata esterna gli conferiscono connotati da farlo sembrare qualsiasi tipologia architettonica tranne che un cimitero.
Non ti chiedo un commento o un hashtag questa volta, perché andare a far visita ai propri cari dovrebbe essere un’esperienza poco sociale ma molto intima e personale, un momento per riflettere e per ricordare, o anche più semplicemente per cambiare i fiori in fronte all’avello. Pertanto le architetture cimiteriali, quelle ben riuscite, con la loro forma, matericità ed espressività, dovrebbero aiutarci a fare tutto questo.
In copertina: cimitero San Lorenzo di Soglio